MISTER SORESINI A 360°: LA SUA PASSIONE, LE SUE DUE SQUADRE E LA SUA VITA AL CLUB

23 Gennaio 2019

Oggi abbiamo il piacere di conoscere meglio una persona che vive il Club per parecchie ore alla settimana. Perchè? Beh lo scopriremo insieme leggendo cosa ha da dirci Matteo Soresini, allenatore dell’Under 14 e anche dei Primi calci 2010…Mister di due diverse realtà da allenare e soprattutto due diverse età con cui avere a che fare…

Buongiorno Matteo, come riesci a trasformarti a seconda della squadra che alleni? Sei una specie di dottor Jekyll e Mr. Hyde?

Buongiorno a tutti! Beh diciamo che la trasformazione è d’obbligo, si tratta di calarsi in due mondi completamente differenti…Con i primi si ha a che fare con ragazzi appena entrati nella fase adolescenziale, mentre con i 2010 si parla ancora di bambini. Questo significa soprattutto essere attenti ad utilizzare un linguaggio adeguato: se con i più grandi ci si può permettere qualche “licenza poetica” ogni tanto,( ma anche utilizzare un gergo tecnico un po’ più specifico),  con i piccolini bisogna parlare terra terra ed essere super sintetici (è difficile che rimangano ad ascoltarti più di 7-8 secondi)

Da quanti anni alleni? E da quanto tempo collabori con Roberto Lorusso?

Ho iniziato nel lontano 2006 all’Orione, la squadra del mio quartiere dove ho iniziato a giocare da bambino. Poi nel 2008, complice il fatto che mio fratello giocava all’Alcione, ho conosciuto Roberto e lì è iniziato il mio “apprendistato” presso il “Resp” ( come lo chiamiamo noi). In sostanza sono 10 lunghi anni che lo sopporto…ah ah ah

A proposito del “Resp”, dimmi un pregio e un difetto di Roberto….se ne ha (di difetti…ovviamente)

Ne ha ne ha, eccome se ne ha! Scherzi a parte, tralasciando la sua conoscenza calcistica, che credo sia sotto gli occhi di tutti, un suo pregio è sicuramente la generosità, sempre pronto ad aiutarti in caso di bisogno… Tra i mille difetti ti dico quello che io spesso sfrutto a mio vantaggio, ovvero il fatto che avendo un sacco di cose da tenere sotto controllo, non si ricorda mai le cose che gli dico!! Capita a volte che io faccia un’azione o prenda una decisione senza metterlo al corrente..e quando mi scopre e mi “cazzia” per non averlo avvisato, lo convinco di averglielo detto, ma che come al solito lui non se lo ricorda!! Ovviamente utilizzo questo stratagemma per cose futili, in caso di problemi seri è sempre al corrente di tutto. ( cit. “agenzia nulla sfugge)

Oltre all’aspetto tecnico, ci sono sicuramente anche differenze caratteriali, psicologiche… Che divario c’è tra pre agonistica e agonistica?

C’è un abisso!! Come dicevo prima sono due mondi completamente diversi.. nella pre agonistica l’aspetto ludico è quello dominante, si lavora solo sull’aspetto tecnico, i ragazzi giocano tutti, non c’è l’ansia della convocazione. Nell’agonistica invece, intervengono un sacco di ulteriori variabili, l’aspetto fisico assume un’importanza maggiore, non tutti giocano sempre e quindi l’aspetto più complicato è fare sentire tutti i ragazzi coinvolti al 100%, cercando di fargli capire che il primo ad essere dispiaciuto per non essere riuscito a dare spazio ad un ragazzo sono io. Però è così: abbiamo il compito di fare delle scelte e ovviamente si cerca di fare sempre il meglio per il gruppo e per la società. La cosa che rimane in comune tra le due sfere è che sia con i grandi che con i piccoli, oltre che allenatori, bisogna essere anche un po’ “psicologi”, ovvero rendersi conto che si ha a che fare con ragazzi che hanno ognuno la propria personalità e il proprio carattere, e trovare la chiave giusta creando empatia con ciascuno di loro

Cosa ti piace del tuo lavoro al Club? Allenando due squadre, praticamente vivi la società quasi 7 giorni su 7…

Si hai ragione…In effetti potrei fare richiesta per avere una brandina al bar, o in uno spogliatoio… Ho la sensazione che Massimo e Alessandra ormai siano stanchi di sopportarmi… E’ vero, con il doppio impegno si è super impegnati, ma il calcio è la mia passione e mi piace da matti passare il tempo al Club, ormai lo considero la mia seconda casa. Vado volentieri a vedere allenamenti e partite delle altre squadre, sono il loro primo tifoso, mi piace conoscere tutti i ragazzi che fanno parte della società, trovare sempre un modo per “costringere” un mister a pagare a tutti l’aperitivo dopo una bella vittoria (devo dire che Bove è la vittima preferita). Devo ammettere però, che come me, ci sono tantissime altre persone che si fanno in quattro per il club Milano, ed è questa secondo me la vera forza di una società sportiva: riuscire a creare un ambente familiare e un team di lavoro affiatato, dove si è prima amici e poi “colleghi”.

Che tipo di allenatore sei? Sanguigno o riflessivo?

Direi abbastanza riflessivo, non credo di essere uno che urla tanto, anche se, più che altro in partita, ogni tanto anche io esagero. Cerco nel limite del possibile, di rimanere lucido, per cercare di valutare al meglio le varie situazioni e tentare di dare ai ragazzi più strumenti possibili per risolvere i problemi che si verificano sul campo durante le partite.

Quale allenatore ti affascina nel mondo del calcio di oggi?

Non ho un modello particolare, anche perché sono dell’idea che non si possa prendere molto dai grandi allenatori che possa poi essere utile o attuabile nella nostra dimensione. Loro allenano giocatori fatti e finiti, noi invece abbiamo il compito di aiutare ed accompagnare i ragazzi nella loro formazione, tanto come persone quanto come giocatori. Se però ti devo fare un nome, dico Ancelotti (poi essendo milanista sono abbastanza di parte) perchè ammiro molto la sua serenità e la sua bravura nella gestione del gruppo e nel farsi volere bene da tutti… non mi ricordo di aver mai sentito un giocatore parlare male di lui.

Parlando dell’Under 14, come giudichi il vostro 3 posto nel girone di “apertura”?

Con un certo rammarico perché mi sarebbe piaciuto riuscire a qualificarci per la fase regionale, soprattutto per misurarci con squadre sicuramente più attrezzate…evidentemente, non siamo stati bravi abbastanza, io per primo…

Quale è il tuo rammarico più grande in questi primi mesi di campionato e cosa invece ti ha soddisfatto maggiormente?

Sicuramente la buona sorte non ci ha dato una mano con gli infortuni, basti pensare che nel giro di 10 giorni ho visto un ragazzo rompersi la clavicola, uno il radio e uno il piede. Ma questo non deve essere un alibi, probabilmente ci manca ancora qualcosina per arrivare in cima. La soddisfazione maggiore è sicuramente l’avere a che fare con un gruppo di ragazzi splendidi, educati e super lavoratori che hanno sempre accolto qualunque proposta con il massimo dell’impegno e dell’applicazione. Sono convinto che questa dedizione pazzesca che mettono in ogni allenamento, alla fine porterà certamente i suoi frutti.

Quale è stata la partita fin’ora che ti ha fatto sentire orgoglioso dei tuoi ragazzi, e quale invece, vorresti rigiocare?

Tra le migliori ne metto due, quelle fatte al torneo di Quartosport contro Lombardia Uno e Aldini. Due pareggi, ma prestazioni coraggiose e di qualità contro squadre blasonate e sicuramente più avanti di noi se si pensa che il club Milano ha un anno e mezzo di vita. Fidati, avremmo meritato sicuramente il passaggio del turno che è sfumato soltanto per differenza reti e per il fatto che con l’Aldini abbiamo subito il gol del 2-2 al terzo minuto di recupero… Invece vorrei assolutamente rigiocare la partita con l’Ausonia, una brutta sconfitta che ha pregiudicato il nostro campionato contro una squadra secondo me alla nostra portata..ma quel giorno purtroppo, non siamo proprio scesi in campo…

Spostiamoci ai 2010…ovviamente l’aspetto ludico è importante, ma è anche il momento di trasmettere nozioni tecniche importanti…come ti approcci ai primi calci?

Il bello di allenare ragazzini cosi piccoli è che puoi toccare con mano e vivere i loro miglioramenti giorno per giorno. A quest’età sono come delle spugne, apprendono super velocemente… inoltre è un gruppetto dalla qualità molto elevata, anche se mooolto esuberante.. sono in 8 ma valgono per 80!!!!

Obiettivi di entrambe le squadre per questo 2019 appena iniziato?

Per i 2010 sicuramente continuare il percorso iniziato continuando a migliorare progressivamente. L’obiettivo è di cercare soprattutto di insegnargli a giocare insieme e di squadra…Con i 2005 visto che siamo costretti a rigiocare il campionato provinciale, mi piacerebbe riuscire ad arrivare il più in fondo possibile, tentando di chiudere nel migliore dei modi il percorso biennale iniziato la scorsa stagione con un gruppo che, a prescindere dal risultato finale, sono orgoglioso di aver allenato!!

 

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