Schietto. Spontaneo. Umile. Non è un tipo social: è uno che si sente a suo agio in campo, meno davanti alla telecamera. Ieri sera, però, ha chiacchierato con noi a cuore aperto in una diretta che migliorava sempre più col passare dei minuti.
Luca Santoiemma nella seconda puntata di Club Milano Instagram Live ci ha regalato 20 minuti di atmosfera biancorossa. È stato come entrare nello spogliatoio della Prima Squadra, tra aneddoti, storie e curiosità.
Sulla situazione attuale
«Sto bene. Questo periodo non passa mai. Io ne sto approfittando per allenarmi e tornare in forma».
Sull’infortunio
«Ricordo tutto benissimo, purtroppo. Era il 3 novembre (al minuto 31 della sfida col Tribiano). Mi è dispiaciuto tantissimo perché era un momento importante della stagione. Il cambio di mister, dei punti che stavano muovendo la classifica… Insomma, stavamo uscendo fuori. Peccato».
Su Mugheddu e i giovani
«Ho visto Omar nelle ultime partite e negli ultimi allenamenti, quando io andavo al campo per svolgere il mio lavoro di riabilitazione col Prof. È un ragazzo che ha enormi potenzialità. Deve lavorare, avere pazienza e costanza. Credo che il Club Milano abbia tanti giovani interessanti per costruire un futuro importante».
Sul suo ruolo
«Qual è il mio ruolo? Non lo so (ride). Ti posso dire che mi piace di più giocare dietro le punte, da trequartista. Lì mi posso permettere qualche rischio in più. Tuttavia sono realista e penso di rendere meglio un po’ più dietro, davanti alla difesa. Poi dipende sempre dal mister».
Sulla sua carriera
«Ho cominciato a Bareggio e poi a 10 anni sono andato all’Inter. È stata un’esperienza fantastica, perché ho ricevuto un’impostazione importante. Poi sono stato alla Masseroni con Ganz, un mister che per il suo passato mi ha insegnato tantissimo, tante sfumature. Poi sono stato a Legnano, alla Pro Patria. Nel calcio dei grandi ricordo piacevolmente le esperienze di Trezzano, dove ho giocato con calciatori di categoria che mi hanno fermato, e di Malta».
Su uno dei momenti chiave della stagione
«Racconto la partita con la Paullese, lì da loro. Andiamo avanti e poi ci troviamo sotto 2-1 senza saperlo. Da lì è cominciata una guerra. Botte, parole… di tutti. E Tini rideva. Io gli ho detto: “Dai segniamo che ribaltiamo tutto”. Passa qualche minuto, palla dentro: Tini-gol. E poi la sua esultanza con l’occhio coperto (una storia tutta da scoprire)».
Sui compagni di reparto
«Spinelli è un giocatore di temperamento, molto utile, fa tanto lavoro sporco. Poi è un ragazzo serio, che non manca mai agli allenamenti.
Su Cozzi posso dire che è stato un ottimo acquisto. Dà una mano alla squadra dentro e fuori dal campo. Ho giocato con lui a Trezzano: è una persona eccezionale.
Su Pecchia mediano ne riparliamo presto… (ride). In generale comunque siamo un bel gruppo, un bel gruppo ignorante con personaggi come Costa».
Sul suo futuro
«Non lo so. Ho voglia di tornare a giocare. Dal primo giorno in cui sono riuscito a rimanere in piedi, mi sto allenando. Se ci saranno le condizioni, mi piacerebbe riprovare, ritornare con la maglia numero 10 del Club Milano. Tuttavia devo essere realista, con due ginocchia rotte a 25 anni non è facile. Vedremo».
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