Tolomello sì o Tolomello no? È stato questo il dilemma. La risposta a tutte le domande l’ha data mister Manuel Scalise: «Dovevamo decidere se buttarlo subito dentro o aspettare che trovasse la giusta condizione». Pillola rossa o pillola blu, Tolomello sì o Tolomello no. Sempre Manuel Scalise: «Il modo migliore per entrare in condizione, a mio avviso, è fare minuti in partita, per questo lo abbiamo messo in campo». Tolomello sì, dunque. Il resto è storia. E neanche 24 ore dopo la fumata bianca che lo ha portato a legarsi al Club Milano, l’esordio da titolare contro la Casatese Merate. «Era importante portarla a casa, serviva una scossa per muovere la classifica». Parola di Filippo Tolomello, 22 anni dallo scorso 20 maggio. Partito dalla provincia di Palermo, cresciuto nelle giovanili del Trapani, passato dal vivaio del Milano e consacratosi al Monterosi Tuscia, dove ha collezionato oltre 30 presenze in Serie C.
PILLOLE – Altro dal suo esordio? Parola al centrocampista siciliano: «Ho visto la squadra molto motivata, alla fine è andata esattamente come volevamo». Quindi con una vittoria, firmata da Cattaneo (gol in apertura), Rankovic (gol in chiusura) e Stucchi (nel mezzo un rigore parato e tanto, molto altro). Sempre Tolomello: «Il cartellino giallo un po’ mi ha condizionato – racconta il mediano classe 2002 – ma era una fallo che andava fatto». Nessun rimpianto, nessun rimorso. Tutto il resto nei 70 minuti in cabina di regia, il suo posto felice. A destra Ientile, a sinistra Mouna Dioh. «Nasco mediano e mi piace fare il regista, anche se posso giocare anche da mezzala». Il primo identikit.
MACCHINA DEL TEMPO – Salto indietro all’estate del 2020, la prima sliding door. E probabilmente tutt’altro che l’ultima. Il Trapani retrocede in Serie C e poi fallisce, Filippo Tolomello fa le valigie, saluta la sua Sicilia e risale la penisola. Si ferma a Milano, sponda rossonera. Il resto è (ancora) storia. «Torno a Milano con colori diversi. Anzi – sorride Tolomello -, per certi versi sono anche simili. Nei due anni al Milan mi sono trovato davvero molto bene, qui è il centro di tutto». E ancora: «Quando c’è stata la possibilità di venire qui non me la sono lasciata sfuggire, l’ho colta al balzo».
QUI MILANO – Salto in avanti di un pugno d’anni, fermata estate 2022. Sliding door solo a metà. Dietro il calcio dei giovani, davanti il calcio dei grandi. Quello vero. E l’approccio a quest’ultimo è semplicemente da incorniciare. Due stagioni al Monterosi Tuscia, quindi in Serie C: «Allenarsi e giocare con gente di un certo livello non ha prezzo, credo possa fare la differenza per crescere». E via con i ricordi. Il più bello? Troppo semplice: «Avevo 16 anni e già mi allenavo con la prima squadra, era la stagione con Vincenzo Italiano alla guida del Trapani». Ritorno al presente. A pochi chilometri dalla Madonnina, al centro sportivo “Gianni Brera” di Pero, da circa 48 ore la sua nuova casa. «Un saluto a tutti i tifosi del Club Milano, sono felice e carico per questa nuova avventura». Felice e carica, dunque. E quindi benvenuto nella famiglia Club Milano, Filippo.