Quando lo abbiamo visto segnare ed esultare ieri a San Siro, si accesa una lampadina. Per tutti era una sorpresa, uno sconosciuto, ma non per noi.
Noi lo avevamo incontrato a Casteldebole, durante un test match degli Esordienti 2008.
Complimenti a Musa Juwara per la sua grande prestazione di ieri a San Siro. Questa foto è già entrata nella storia del Club.
CHI È MUSA JUWARA
Era il 10 giugno 2016, quando l’ong tedesca Fgs Frankfurt sbarcò sulle coste messinesi con a bordo 536 migranti. Il piccolo Musa, nato il 26 dicembre 2001, era uno di questi, partito dal Gambia per lasciarsi alle spalle un passato e un potenziale futuro fatto di dittatura e con pochissime chance di emergere. Un viaggio su un barcone che rappresentò per lui un vero e proprio terno al lotto: giovane, non accompagnato e pronto ad attraversare tutta l’Africa senza neppure saper nuotare. Poi il fatidico approdo in Italia, prima di essere trasferito in un centro di accoglienza in provincia di Potenza: lì comincia la sua esperienza calcistica.
Il talento c’è. Diventa decisivo Vitantonio Suma, allenatore della Virtus Avigliano, che lo inserisce nella squadra e lo cresce come un figlio. Juwara migliora, trascina a suon di gol (ben 29) la Virtus verso la vittoria del titolo Allievi Regionali. Suma e la moglie decidono di fare un altro passo in avanti e di accogliere formalmente il classe 2001 nella propria famiglia: diventano i suoi tutori legali.
Juwara attrae le attenzioni del Chievo. A pochi mesi dal suo arrivo nella penisola il talentuoso gambiano è già pronto al primo grande salto, ma una norma della Figc sui tesseramenti dei giovani extracomunitari non accompagnati frena tutto. Si procede per vie legali e alla fine Juwara e la sua nuova famiglia riescono a superare gli ultimi cavilli legali. Comincia il viaggio verso Verona.
La società clivense lo tessera nel gennaio del 2018 e in maglia gialloblù Juwara non soffre affatto il salto di categoria. Esterno offensivo brevilineo sulle orme dell’idolo Hazard, con spiccate doti in termini di velocità, dribbling e attacco alla profondità, alla prima stagione con la Primavera realizza subito 8 gol e 1 assist in 15 presenze, diventando uno dei prospetti più interessanti anche nell’annata successiva. Il breve prestito al Torino gli permette di mettersi in mostra in una vetrina prestigiosa come il Torneo di Viareggio e il 25 maggio 2019 viene premiato dal Chievo con il debutto in Serie A contro il Frosinone. Il club veronese nel frattempo retrocede e questa diventa un’occasione ghiotta per il Bologna. Walter Sabatini, sempre molto attento e con l’occhio lungo sui giovani, offre 500 mila euro e lo porta in Emilia. Comincia in Primavera (13 reti e 6 assist), ma Mihajlovic lo vuole in Prima Squadra. Da ottobre lo inserisce costantemente tra i convocati, poi a fine dicembre c’è l’esordio in Coppa Italia contro l’Udinese. I compagni arrivano a Casteldebole su auto di lusso, lui in monopattino. Ma è sul prato verde che ama correre. E all’Olimpico di Roma arriva anche la prima ufficiale in A con la maglia rossoblù. Raccoglie in seguito altri 27 minuti tra Genoa, ancora Udinese e Juventus, antipasto del suo grande impatto nella Scala del Calcio. Entra a 25 minuti dal termine contro l’Inter e fa vedere le sue qualità balistiche, battendo Handanovic e diventando il primo giocatore del Bologna nato dopo il 2000 a segnare nella massima serie.
Il Guardian lo ha inserito tra i più talentuosi della sua generazione.
(fonte: Sky Sport)
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