Riccardo Abruzzese è entrato a far parte della grande famiglia del Club Milano tre anni fa e da allora è diventato un punto fermo del Centro Sportivo Carassai, dove nell’ultima stagione ha allenato i ragazzi classe 2010. Quest’anno è ancora alla guida della stessa annata seppur con un gruppo parzialmente rinnovato.
Cosa ti ha convinto a continuare coi 2010 del Carassai?
“L’anno scorso sono rimasto molto soddisfatto del lavoro fatto con la squadra che credo sia migliorata tantissimo durante la stagione, ma consideravo concluso il mio percorso con quel gruppo perché ero convinto di aver ottenuto il massimo dai ragazzi. Così quando si è presentata l’opportunità di lavorare con un gruppo molto rinnovato ho accettato questa nuova sfida”.
Sei soddisfatto di queste prime settimane di lavoro?
“Il campionato è cominciato molto bene ma sono convinto che siamo stati inseriti in un girone dove il livello generale è più basso del nostro. Tuttavia non dobbiamo perdere di vista l’obiettivo che è quello di migliorare e c’è tanto lavoro da fare, sperando di essere inseriti nel primaverile in un raggruppamento più competitivo. L’importante però non sono i risultati ma l’alchimia che si sta creando coi ragazzi, perché è quella che gli consente di crescere più in fretta. Per migliorarsi serve tanto allenamento e per allenarsi bene serve la giusta empatia per riuscire a motivare i giocatori e fargli dare il massimo”.
Si tratta di un’annata delicata visto che dall’anno prossimo passeranno all’agonistica.
“Per loro è l’ultimo anno di puro divertimento, perché se poi vogliono continuare passano in categorie agonistiche dove il risultato comincia ad avere un peso. Quindi quest’anno è importante che i ragazzi capiscano cosa vogliono fare, se sono disposti a fare dei sacrifici per giocare a calcio oppure preferiscono fare altro. Il loro livello attuale conta fino a un certo punto per capire quello a cui possono ambire nelle prossime stagioni, perché a quest’età possono fare davvero passi da gigante se hanno la testa giusta. Io cerco di fare del mio meglio per dargli le basi giuste ma poi dipende tutto da loro”.